C’è un “ottavo elemento” qualificante, oltre ai sette indicati, il fatto di averli pensati avendo in mente gli stakeholders e non solo gli shareholders come spesso la letteratura di management proponeva, per fortuna in un’era ormai passata: il jurassico. È il numero di March-April 2025 di Harvard Business Review. La proposta viene da Bain e in particolare da Darrell Rigby, noto anche nel nostro Paese per il libro Fare Agile nel modo giusto. Per una trasformazione senza caos (Egea, 2020).
I 7 fattori della formula che consente di conseguire il successo strategico sono:
il modello mentale, che schematizzi la reale complessità ed evoluzione dell’ambiente esterno
lo scopo e le ambizioni, a faf da guida per la loro chiarezza
la creazione di valore per tutte le parti interessate: creare valore per tutti gli stakeholder
le forze macro esterne di natura economica, sociale e tecnologica
i mercati e i prodotti, una loro accurata analisi ed elevata comprensione
i vantaggi competitivi, siano in corrispondenza delle richieste dei mercati
il modello operativo, le pratiche di management messe in azione.
Figura 1 – In quali di queste due figure si realizza, in misura maggiore, un To Fit?
I due partner di Bain & Company, mostrano come creare una strategia coerente e con i sette fattori in sintonia fra loro (to fit) scatenino i risultati positivi dovuti alla capacità di elevato adattamento strategico, di un’impresa al suo ambiente di riferimento. E questi risultati positivi si manifesteranno nel medio-lungo termine. Per dare evidenza a questi suggerimenti i 7 elementi vengono presentati attraverso l’analisi di un caso aziendale, la Self Esteem Brands, un’azienda di fitness, salute e benessere.
Nell’articolo i due autori enfatizzano come quelle aziende che non allineano i 7 ingredienti indicati non saranno in grado di creare un valore sufficiente per le loro aziende e gli attori che ruotano intorno a queste aziende, nel sostenere il loro successo nel lungo termine. Troppi Ceo, si afferma sono sotto una forte pressione per aumentare il valore azionario delle loro aziende e usano “strategie da foglio excel”, con puntuali e ricche proiezioni eco-fin. Queste sono, come anche noi abbiamo più volte indicato strategie semplicistiche che si basano solo su obiettivi finanziari e che soddisferanno le aspettative dei soli analisti finanziari. Ma noi lo sappiamo, agli obiettivi finanziari per un successo strategico duraturo, è opportuno abbinare anche obiettivi sociali ed ambientali.
Una cosa è certa e su questa concordiamo: si è costantemente alla ricerca di una strategia che “to fit”, che abbia un’elevata sintonia tra le variabili di ambiente esterno e le soluzioni organizzative di cui ci si è dotati. Lo sottolineava già nel 1977 Richard Norman (Le condizioni di sviluppo delle imprese, Etas Libri 1979) con la sua Business Idea e i tre ingredienti che debbono to Fit per il successo aziendale nel tempo: segmento di mercato, sistema di prodotto e struttura/soluzioni organizzative
Questa infatti, anche secondo noi, potrebbe essere la formula per creare quello che Michael Porter indicava come lo shared value, tanto difficile da misurare quanto importante da perseguire.
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