È un. dato ormai acquisito: il bias è una forma di distorsione di una valutazione che viene fatta e che è causata da pregiudizi. La mappa mentale di una persona presenta bias laddove è condizionata da concetti preesistenti non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi. Il fatto che si siano individuati dei Bias consente di interpretare i motivi di alcuni comportamenti e di alcune decisioni delle persone, non compiutamente razionali come ci si sarebbe aspettati o come si sarebbe voluto che fossero. L’intuizione premonitrice era stata di Herbert Simon quando nel suo lavoro The Shape of Automation del 1965 sottolineò quanto il processo decisionale umano per quanto articolato in step sequenziali, anche rigorosi, poi risulti a razionalità limitata per la nostra tendenza a eliminare alcune alternativie per la risoluzione dei problemi che peraltro potrebbero risultare alternative plausibili da considerare. Poi le riflessioni di Simon approfondirono il ruolo dell’intuito nel processo decisionale e l’osservazione dei comportamenti dei giocatori di scacchi durante le partite convinse lui e il collega William Chase, che:
-i giocatori esperti riconoscono rapidamente configurazioni di pezzi sulla scacchiera grazie alla loro memoria a lungo termine,
-quando ritardano una mossa è perché stanno pensando a come si evolverà la partita dopo quella mossa, che il loro intuito, ha già effettuato,
-l’intuizione è quindi il frutto dell’esperienza: i giocatori professionisti hanno memorizzato migliaia di schemi che permettono loro la scelta della mossa da effettuare in breve tempo.
Le intuizioni di Simon sul pensiero esperto, dove le intuizioni sono il frutto di una pluralità di esperienze memorizzate e elaborate, hanno costituito una base per molti contributi sul processo decisionale successivi ai suoi studi. Quelli che a noi più interessano sono i bias cognitivi e si rimanda a questo link per un primo approfondimento.
Figura 1 – I bias cognitivi
Inoltre l’idea da lui proposta della razionalità limitata è stata poi ripresa e precisata da Daniel Kahneman e Amos Tversky segnalando la pluralità di bias che possono influire indirettamente nel processo decisionale. Con la loro Teoria del Prospetto (Prospect Theory), dimostrano che le persone nelle decisioni economiche tendono a valutare le perdite e i guadagni in modo asimmetrico, portandole a decisioni irrazionali. In proposito hanno identificato alcuni bias cognitivi, come:
-Bias di ancoraggio: la tendenza a basarsi troppo su un’informazione iniziale
-Bias di disponibilità: dare più peso alle informazioni facilmente ricordabili
-Bias di conferma: cercare informazioni che confermano le proprie credenze
e poi Kahneman nel suo successivo Pensieri lenti e veloci (2011) ha suggerito due modalità di pensiero:
-Sistema 1 (Pensiero veloce) – Intuitivo, automatico, emotivo e inconscio. È responsabile delle decisioni rapide e delle risposte istintive. Esempio: Riconoscere un volto familiare o rispondere a una domanda apparentemente semplice senza pensarci troppo.
-Sistema 2 (Pensiero lento) – Riflessivo, logico, analitico e deliberato. Si attiva quando bisogna risolvere problemi complessi o prendere decisioni ponderate. Esempio: Calcolare il 16% di 368 o pianificare un investimento.
Entrambi i sistemi sono esposti ad errori ma il primo, apparentemente più efficiente, si è dimostrato che spesso porta a errori di giudizio a causa di bias cognitivi, tra cui:
-Bias di ancoraggio: La tendenza a fare affidamento su un’informazione iniziale per prendere decisioni
-Bias di conferma: La propensione a cercare informazioni che confermano le proprie convinzioni
-Euristica della disponibilità: Valutare la probabilità di un evento basandosi su esempi facilmente ricordabili (es. temere di più un incidente aereo di uno stradale)
Le implicazioni di queste riflessioni teoriche sono quelle di mettere in evidenza come questi meccanismi influenzino:
-Le scelte economiche in generale (collegandosi alla Teoria del Prospetto)
-Il processo decisionale così come si sviluppa nel pensiero politico e nella finanza
-la percezione del rischio
-il conseguimento della felicità anche nella vita professionale
Tutte queste riflessioni e le connesse osservazioni portano alla conclusione che la nostra mente è molto meno razionale di quanto noi si creda e che spesso prendiamo decisioni basate su intuizioni errate. L’essere consapevoli di questi bias ci può aiutare a comporre decisioni migliori.
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