Con piacere leggo nella Newsletter dell’Ispi che il nostro Presidente del Consiglio nel riprendere i rapporti con la Cina ha addirittura previsto una visita di Stato in Cina dal 27 al 31 luglio. Ha dovuto lasciare che Xi incontrasse prima Macron e poi Scholz. Adesso tocca a Lei. Speriamo riesca a ritrovare la “via della seta”. I grafici inseriti presentati in questa Newsletter sono una decina e con questo link si rinvia al documento originale. Ma due ci sembrano significativi per spingere ad una loro attenta analisi: i due che descrivono le relazioni export ed import tra la Cina e tre Stati europei:
Ogni commento temo sia superfluo: non possiamo permetterci di non essere in sintonia o di perdere un partner come quello cinese. Anche perché il nostro Paese è “quello più amato” dai cinesi che, fra l’altro, in quanto residenti, contribuiscono anche in questo modo ad incrementare il nostro PIL. In proposito risultiamo il Paese con il maggior numero di residenti cinesi. I tedeschi hanno i turchi, i francesi gli algerini, le persone delle ex-Colonie francesi e noi i cinesi. Non dimentichiamo che ci danno una mano a mantenere sopra i 60 milioni la popolazione italiana complessiva, dato il nostro basso tasso di natalità.
Ma allora qual è il capo di stato che ci impedisce relazioni intense con questo Paese che non è più emergente, come quindici anni fa, ma che è ormai ampiamente emerso? Forse anche in politica ci sono le “gelosie” e gli equilibri sono difficili da perseguire prima e mantenere poi.
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