Il Cigno da black sta diventando green, mentre in sottofondo scivolano le note di tanta musica ambient come “Frida viva la vida”, dedicata da Remo Anzovino alla sfortunata pittrice messicana.
D’altra parte gli anni passano. E sembrano ormai appartenenti al passato i momenti in cui si ricorreva alla metafora del Black Swan (Nassim Taleb) per ricordare che anche in natura esiste l’altamente improbabile che diventa probabile. Oggi il Green Swan diventa il simbolo di un modello rigenerativo esponenziale che ci spingerà verso un futuro sostenibile per noi e per quelli che con noi popolano il mondo. È John Elkington che nel 2020 ci propone la metafora del Cigno destinato a cambiare il mondo ed in particolare a cambiare il modo di fare “capitalismo”. In quest’ottica la traduzione italiana di quel libro è molto chiara: “Per un nuovo capitalismo. Creare ricchezza economica, sociale e ambientale per il mondo di domani”. Ed è interessante chi la propone: Aboca, un’azienda di San Sepolcro.
Le traiettorie del Cigno Verde sono diverse da quelle del Cigno nero. Mentre queste ultime, secondo Elkington, portano al caos o addirittura all’estinzione, quelle “del Cigno Verde hanno la possibilità di condurre, attraverso evoluzione e adattamento, a un luogo e uno scenario migliore” (pag.23). In questa direzione bisogna imparare a lavorare ed è simpatico che in Appendice al libro vi sia: “La Guida del Cercatore di Cigni 1.0”.
D’altra parte questo studioso ci aveva già sollecitato in passato, e ormai sono venticinque anni fa, ad una riflessione: per apprezzare i risultati generati da un’impresa basta l’ultima riga del profit, del risultato economico o è necessario ricorrere ad una tripla “bottom line”: oltre al profit, è necessario valutare cosa sia stato fatto dalle imprese nei loro rapporti con le persone (people) e con l’ambiente (planet). Questa trilogia di risultati, queste 3 P stanno finalmente entrando nelle menti di molte persone che fanno impresa e di chi tenta di pianificare un futuro possibile. Il merito è anche di tanti studiosi che, come Elkington, non hanno mai perso la speranza e hanno trascinato in questa direzione un numero crescente di Ceo.
Se Elkington è stato un antesignano in questa battaglia per muoversi verso un nuovo capitalismo non si possono dimenticare gli studiosi dalla Corporate Social Strategy & Responsibility (tra i primi Ansoff e Kenneth Andrews), né quelli del green management & measurement come Wilson e Epstein. Qualora qualcuno fosse interessato a questi contributi ce lo segnali. Provvederemo a fornire una bibliografia ragionata e commentata. Certo, oggi, dal punto di vista teorico disponiamo di un ampio spettro di contributi che possono essere fatti confluire nella più ampia idea di “sustainability”, ma nella pratica aziendale c’è ancora molto da fare. Ci si sta muovendo sempre più rapidamente, ma c’è ancora molto da fare. Lo confermano le testimonianze di media televisivi e della stampa. Tra tutti ricordo il recente dossier della rivista Economy (novembre 2022). con una serie di articoli sul tema Sustainability & Circulary Economy. In particolare si evidenziano i risultati di una ricerca condotta da Brand Finance sull’attrattività in termini ESG (Enviromental, Social and Governance) di alcuni marchi aziendali in Italia. Chi è posizionato in questo gruppo è anche perché si legge e si fa leggere sempre più in termini di 3P. Molte di queste imprese redigono infatti un “Bilancio di sostenibilità”. Qualche “Green Swan” esiste ed è iniziato un progresso che potrebbe diventare, come auspicato da John Elkington, esponenziale.
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