Questo libro si caratterizza per tre elementi: non è solo un libro, è realmente un “Portolano” e offre la possibilità di essere integrato con altri due strumenti indispensabili per la navigazione: la bussola, cui più di recente si è abbinato il GPS. La metafora della conduzione d’impresa associata alla navigazione per mare ha avuto tanti fautori e indubbiamente ben si presta. Sicuramente dai contributi di Seneca che anch’io spesso richiamo. Ma l’idea della navigazione nautica e a vela in questo lavoro è solo la scusa da cui partire per fornire con una continuità quasi travolgente idee e spunti di riflessione. Si passa dai 17 obiettivi Onu per la sostenibilità alle indicazioni che la scuola dell’Mit offre per obiettivi che siano Smart.
Certo in questo mare così vasto come quello che con la globalizzazione ci troviamo a solcare, un mare dalle acque agitate e dalle correnti imprevedibili, per un imprenditore trovare un Portolano è di sicura utilità. Se poi dal fruire del libro nelle sue peculiarità tradizionali ma anche per i frequenti rimandi al web anche grazie ai QR si colgono tutti gli stimoli e le indicazioni si può diventare con costanza e applicazione imprenditori next generation. L’aspetto interessante è che, come ci suggerisce Renato Zanichelli, questo salto generazionale si può compiere, oltre che per i suggerimenti del mondo digitale e dei nuovi elementi che debbono connotare la leadership anche per un recupero di alcuni non trascurabili aspetti della nostra storia e della nostra cultura. Il primo è la regola benedettina (ora et labora) e il secondo elemento è quello che ha dato all’Italia un ruolo che nessuno potrà più toglierle: il Rinascimento.
Il ritorno di possibili tratti di quell’epoca, come viene evidenziato nel Portolano, è dato dalla bellezza e dalla qualità che caratterizzano il “made in Italy” nei più diversi settori, dal food all’arredo casa (dal lighting ai mobili e ai divani). La mia convinzione, che la sostenibilità passi attraverso bellezza e qualità, e che queste siano solitamente espressione di livelli culturali elevati, mi sembra sia una valutazione condivisa. Tuttavia, ci manca qualcosa per cui il nostro Paese possa ritornare ad essere un esempio e possa esercitare un’azione di traino. Ci mancano i finanziatori del nuovo Rinascimento. Le famiglie dei Medici e degli Sforza. O forse no. Ci sono ma non si fanno vedere. Certo i PNRR potrebbero rappresentare un’alternativa, ma più passa il tempo e più il loro possibile ruolo si indebolisce.
Ciò nonostante, girando per lavoro l’Italia, vedo nascere società Benefit, vedo un forte recupero di eticità e sento parlare di un aspetto che sta a cuore a Zanichelli: l’idea che l’impresa possa essere o rappresenti, soprattutto se gestita con criteri benedettini, il “bene comune”.
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