Girovagando nelle pagine della Sloan Management Review (Smr) del Massachusetts Institute of Technology ho trovato dei materiali interessanti quando si parli di innovazione e in particolare di innovazione collegata all’utilizzo dell’AI. Così sono risalito a questo articolo di Jay Rao and Joseph Weintraub, dal titolo How Innovative Is Your Company’s Culture? (Smr , marzo 2013) dopo aver sfogliato alcuni Insight kit dedicati al cambio di cultura necessario per costruirne o mantenerne una che generi una performance di livello elevato in un contesto aziendale in cui si utilizzi l’AI. Tra questi: l’ Insight Kit dal titolo Building a High-Performance Business Culture (April 2025 | MIT Sloan Management Review) Transform Your Organization’s Culture into a Strategic Advantage. Nel primo articolo i due ricercatori del Babson Institute partono dai risultati di una survey per arrivare a proporre un modello a sei variabili che quanto più si configurano in un certo modo tanto più consentirebbero di definire che il Quoziente di propensione all’innovazione della specifica impresa è alto.
Come emerge da questa figura tratta dall’articolo gli elementi a favore del Quoziente sono la priorità data al learning rispetto al successo, l’engagement delle persone, un clima organizzativo semplice e di collaborazione più che di competizione. L’Insight Kit suggerisce che in un ambiente ipercompetitivo come quello attuale, la giusta cultura organizzativa lega solo i dipendenti all’impresa ma guida l’innovazione, rafforza il processo decisionale, aumenta la produttività con ricadute finali anche sulla liquidità. Nel kit vengono offerti suggerimenti per:
-allineare la cultura con la strategia aziendale.
-creare un ambiente in cui il dibattito sia sincero e le pratiche inclusive portino a migliori risultati commerciali.
-sviluppare comprovate tecniche che aiutino a formare leader in grado di tradurre i valori fondamentali in comportamenti quotidiani.
Tutto questo attraverso la raccolta di alcune intuizioni essenziali: 13 articoli basati sull’evidenza del MIT SMR che forniscono ampio background sulla creazione di una cultura ad alte prestazioni. Sempre il Kit prevede lavagne di lavoro pratiche che aiutino nel tracciare il passaggio dalla cultura attuale ad una cultura in grado di facilitare performance di assoluto rilievo.
Ma non meno stimolante è stata la riscoperta dell’articolo How GenAI Changes Creative Work di Angelo Tomaselli and Oguz A. Acar (September 2024), che suggeriscono ai responsabili di aree e lavori “creativi” di prepararsi poiché l’AI porterà quattro cambiamenti di portata epocale:
1. si amplieranno e cambieranno le fonti dalle quali si attingeranno stimoli per i lavori creativi,
2. cambieranno le composizioni dei Team creativi,
3. si ridurranno le differenze tra gli output (prodotti/servizi) proposte dalle imprese,
4. in futuro i contenuti creativi si evolveranno sempre più in esperienze fluide e dinamiche (fluidità dell’output creativo), si avranno “feedback” su prodotti/servizi sempre più rapidi.
Se è così tra le varie cose da fare per far fronte in futuro a questa fonte di cambiamento i due autori suggeriscono di investire nell’apprendimento, nella riqualificazione e nell’aggiornamento professionale. I professional creativi devono acquisire competenze in materia di intelligenza artificiale e imparare a utilizzare efficacemente gli strumenti di intelligenza artificiale generativa. In proposito dato il rapido sviluppo di nuove opzioni, non si tratta di un esercizio isolato, ma di un processo di apprendimento continuo. Si pensi agli art director che hanno imparato a usare Photoshop per la prima volta diversi decenni fa, ma che hanno continuato ad aggiornare le proprie conoscenze e ad apprendere altri programmi Adobe, e ora necessariamente utilizzano i nuovi strumenti di intelligenza artificiale.
Si vanno profilando utilizzi dell’AI che sono sempre più di supporto e sempre meno in sostituzione delle persone, soprattutto in specifiche aree di attività. È questo ad esempio l’utilizzo suggerito per l’AI in un recente libro L’arte della strategia nell’era dell’AI di Claudio Vettor-Sergio Trevisan-Alberto Bubbio-Angela Sebastianelli, disponibile dai primi di maggio su Amazon.
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