Credo che questa pagina tratta da un lavoro di Edgar Morin del 1999 (Cortina, 2000) meriti un po’ di attenzione da parte di tutti noi e susciti qualche riflessione:

“La prima finalità dell’insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. Cosa significa una “testa ben piena” è chiaro: è una testa nella quale il sapere è accumulato, ammucchiato e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso. Una “testa ben fatta” significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso tempo di:

-Un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi,

-Principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso.

Non è da dimenticare che la mente umana, come diceva Herbert Simon è general problem setting and solving. Pertanto contrariamente all’opinione oggi diffusa, lo sviluppo delle attitudini generali della mente permette ancor meglio lo sviluppo di competenze particolari o specializzate. Più potente è l’intelligenza generale, più grande è la sua facoltà di trattare problemi speciali.

Già queste poche righe offrono indicazioni che suggeriscono una lettura del volumetto di Morin (circa 130 pagine). Faccio comunque un tentativo di sintetizzare alcuni punti che mi sembrano interessanti:

-nella formazione mantenere ampie le aree di interesse; l’eccessiva specializzazione può essere fonte di incapacità di lettura di certi fenomeni;

-il “sapere” è legato alla capacità di una lettura sistemica della realtà e quindi a possedere anche più modelli di lettura; il sapere dovrebbe stimolare e aiutare la creatività si pensi al mondo degli artisti: pittori e musicisti;

-il “sapere”, la voglia di conoscere nascono dalla curiosità, che va stimolata e non inibita durante tutto il percorso scolastico, in modo che non venga mai meno.

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