Un recente Toolkit proposto dalla Harvard Business School presenta alcuni materiali utili per realizzare in azienda un’efficace gestione delle persone, anche quelle, per vari aspetti (caratteriali della persona o per i particolari contenuti del lavoro), difficili da gestire. Così suona il titolo: Getting Along Toolkit: Practical Techniques for Dealing with Difficult People at Work. Il curatore-editor di questo Toolkit è Amy Gallo, il cui cognome è per noi facile da memorizzare in quanto tradisce le origini non proprio statunitensi. Di quest’autrice è possibile recuperare sul web molti materiali video dai contenuti stimolanti. La curatrice è uno dei più apprezzati editor, nel Team della Rivista, coordinato da Adi Ignatius e di recente è stata inserita nell’americaneggiante classifica dei 50 più significativi Management Thinkers al mondo. La sua notorietà è dovuta soprattutto ad una serie di articoli usciti nel 2023 su Harvard Busienss Review che nel titolo iniziavano tutti con Getting along e che suggerivano delle mosse per andare d’accordo ognuno con una figura organizzativa “delicata”, come quelle caratterizzanti i membri della C-suite.

In particolare si ricorda il suo primo articolo pubblicato anche su Harvard Business Review Italia nel novembre 2022: Come affrontare un conflitto coi colleghi. Sette strategie per fare progressi anche con le persone più “difficili. I suggerimenti che sono forniti in questo toolkit riguardano l’opportunità-necessità di imparare a lavorare in modo produttivo con tutti i propri colleghi.

Sappiamo che i rapporti di lavoro talvolta possono essere difficili. E lo stress derivante dal trattare con persone difficili smorza la nostra creatività e produttività, inducendoci a disimpegnarci. Troppo spesso sorridiamo e sopportiamo la situazione come se non avessimo scelta. Ma poi si può sopportare solo entro un certo limite un comportamento sconsiderato, irrazionale o dannoso. L’autrice sottolinea che sono, da considerare, la propria sanità mentale e la propria carriera, che possono essere danneggiate da questi rapporti difficili. Il kit di strumenti che getting along (andare d’accordo) propone sono: tecniche pratiche per gestire le persone difficili al lavoro per capire quando applicare un approccio sfumato e basato sull’evidenza per trattare con uno qualsiasi degli otto tipi di colleghi difficili, tra cui si possono annoverare il capo insicuro, il pari livello passivo-aggressivo, quello che sa- tutto, il collega di parte e altri ancora. Questo toolkit, basato sul recente libro di Amy Gallo, aiuta a capire perché i colleghi problematici si comportano in un certo modo, a padroneggiare le tattiche per affrontare i loro tratti più difficili e, infine, a decidere quando val la pena persistere nei tuoi sforzi o lasciar invece cadere la relazione.

All’interno del toolkit vengono proposte:

-Oltre ad una copia nel formato @Book di Getting along

-un manuale per l’utilizzo corretto del kit di strumenti inclusi,

-un profilo per analizzare e determinare i tratti caratterizzanti il tipo di persona difficile con cui si potrebbe avere a che fare,

-Esperimenti e tattiche ad hoc per migliorare le tue interazioni e il rapporto con il tuo collega difficile,

-sei registrazioni nel loro insieme della durata di un podcast, in cui Amy Gallo insegna ai professionisti interessati come affrontare una situazione con il loro collega impegnativo,

-un foglio di lavoro per aiutarti a decidere se e quando riportare il problema ai superiori.

Questi strumenti possono essere a livello individuale molto utili. Per acquistare e scaricare il Toolkit si può utilizzare questo link

E poi comunque c’è la raccolta di Harvard Business Review. Nove libri scritti da ricercatrici e studiose dal titolo emblematico Women at work; lavori che in realtà presentano come le donne suggeriscono di affrontare o affrontano direttamente alcuni aspetti relativi alle soft skill manageriali. E in questa collana hanno scritto molte di quelle che sono le 7 donne del management che stanno emergendo negli studi rientranti in questa disciplina: tra le bostoniane da Raffaella Sadun a Francesca Gino, da Amy Gallo ad Amy Edmondson e, per concludere, Deborah Kolb; ad esse si aggiunge l’incredibile Rita McGregor, che arriva da non molto lontano, dalla newyorchese Columbia University ed ha lasciato tracce indelebili in Harvard Business Review e tra i libri dell’Harvard Business School Press.

Da loro probabilmente arriveranno ancora importanti contributi nei prossimi anni, per la capacità di vedere, con un’angolatura diversa ed ampiezza multi-tasking, argomenti talvolta trattati con superficialità sino ad oggi dalla teoria.

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