Certe volte ci sorprendiamo anche in positivo della realtà delle imprese italiane. Mentre il mondo sta discutendo su quanto forse sia superato il vecchio modello capitalistico, anche per i “guasti” che ha causato, la nostra cultura religiosa ci ha spinto a sacrificare il risultato economico, per salvaguardare e contenere gli impatti a livello sociale e ambientale. È stato il radicamento al territorio l’altra spinta naturale in questa direzione. Una situazione che trova il suo inquadramento nella più ampia società civile. Così la tripla bottom line (3P profit, planet e people) proposta da J. Elkington, di cui la letteratura di management festeggia il trentennale, come ci ricorda lo stesso Elkington sulle pagine di Hbr, non è argomento nuovo. Ha ricevuto un rinnovato interesse grazie al diffondersi delle idee e dei principi della sostenibilità. Anche in numerose imprese del nostro Paese questa visione che supera il tradizionale “profitto” non è un’attenzione recente, ma arriva da lontano. Molti degli studiosi, fra i fondatori dell’economia aziendale in Italia, hanno da sempre indicato di porre un’attenzione alla dimensione sociale nella gestione d’impresa. In questo scenario però entrano in scena come new entry le Società Benefit. E con la loro introduzione l’Italia ha avuto il riconoscimento, in un recente articolo dell’Harvard Business Review (2021), di essere citata come uno dei Paesi precursori.
Ed oggi Assobenefit, l’associazione che accoglie le Società Benefit italiane, è ormai giunta dalle 250 di qualche anno fa alle 2.349 aziende del novembre 2023 e il numero degli iscritti sembrerebbe destinato ancora a crescere. Per avere una visione soft di questa tipologia di azienda è di interessante lettura Un’opportunità concreta. Perché le Società Benefit sono già le aziende di oggi, dove Carlotta Petruccioli, la curatrice, chiede a persone di azienda (un imprenditore e alcuni manager), di agganciarsi al primo capitolo del libro dedicato al concetto di sostenibilità. L’occasione per farlo è data dalle società benefit nei loro legami con le B-Corp. Non mancano così delle testimonianze operative e un case study che completa il libro.
Per avere invece una visione degli strumenti di management utilizzabili per dare concretezza alla realtà di una società benefit gli strumenti sono molteplici: dallo statuto che deve enucleare i contenuti del “bene comune” cui si desidera dare attuazione, agli strumenti per recepirli nell’elaborare una Sustainable Balanced Scorecard o nel pianificare le 3P (3P Planning), al quelli per rendicontarli con la Dichiarazione Non Finanziaria (D.N.F.) o con le metodiche del Bilancio di sostenibilità. Come Università Cattaneo ci siamo anche noi mossi in questa direzione: Sostenibilità, Impresa e Stakeholder (Giuffrè Francis Lefebvre, Milano 2023), è il volume curato in argomento da Patrizia Tettamanzi. Chi fosse interessato ad alcune riflessioni sul portato strategico della Sustainable Balanced Scorecard e 3P Plan, potrà trovare in questo lavoro un saggio di Alberto Bubbio.
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