L’esercizio proposto può essere utile sia per verificare che le ipotesi di ambiente esterno alla base del Budget 2022 abbiano tenuto conto delle ultime evoluzioni che per alzare lo sguardo verso un medio/lungo termine apparentemente sempre più imprevedibile. Per tentare questa riflessione ci si avvarrà della metodologia che suggerisce di valutare sei macro variabili da cui dipende l’attrattività del nostro futuro come italiani.

Political,la prima lettera della sigla metodologica. Arrivo dalla presentazione del libro di Giulio Sapelli e Lodovico Festa “Draghi o il caos. La grande disgregazione: l’Italia ha una via di uscita?”. Il personaggio, Draghi, c’è. Che poi diventi, come auspicato in questo recente libro, Presidente della Repubblica o resti Presidente del Consiglio, il personaggio influenzerà in positivo una situazione politica in passato sempre instabile (la durata media dei governi in Italia è a dir poco imbarazzante), ma che aveva iniziato già a stabilizzarsi con Conte. Purtroppo questa stabilità avviene in un quadro politico di assoluta decadenza, dei cui impatti abbiamo già subito le conseguenze e una pandemia dagli andamenti imprevedibili e quindi fonte di incertezza. Nonostante tutto, comunque, sul piano politico non dovrebbero esserci grossi freni ed ostacoli. A livello internazionale Draghi gode di piena fiducia e il PNRR è nelle sue mani.

Economical:L’Economia del nostro Paese non è disastrosa, è stata soltanto lasciata a sé stessa. La politica se ne è interessata per politiche di “bottega” e in tutte le botteghe per cassa o per numero dei clienti che frequentano quella bottega. I finanziamenti e i bonus o superbonus fiscali sono andati, negli ultimi quaranta anni, a “pioggia” un po’ a tutti i settori. Non può così stupire il costante mantenimento di un “buco nero”, Alitalia, che risale alla notte dei tempi. Quante compagnie aeree nel mondo sono scomparse. Ma oggi c’è il PNRR, una grande opportunità. Ma anche se faremo di tutto per litigare su come sfruttarlo, in prospettiva avremo anni davanti in cui la nostra economia crescerà come negli anni ’60, quando il Pil in Italia faceva registrare saggi alla cinese (dal +6% all’8-9%). Attenzione a non “perdere il treno”. Sarà un’Alta Velocità e farà pochissime fermate intermedie e probabilmente arriverà alla stazione di fine corsa nel 2025. Comunque anche la variabile Economia propone uno scenario positivo. Unico neo, da cercare di riequilibrare, è il nostro Debito Pubblico.

Social:le generazioni si susseguono e con queste i conflitti generazionali, basta capire alcuni cambiamenti; la generazione Z (nati fra il 1999 e il 2009) vive in Internet dal quale esce molto poco, connessione h24; sono i nativi digitali; è la generazione successiva ai Millennial, un po’ meno digitale, e precede quella dei nati dopo il 2010, Generazione Alpha, che nella culla ha lo smartphone. Inoltre tre trend a livello sociale sembrano rilevanti: queste ultime generazioni in Italia sono state caratterizzate dal “Baby boom”; questo fenomeno si accompagna ad un preoccupante fenomeno di “longevità” (invecchiamento della popolazione); siamo in presenza di minor crescita culturale delle persone, si riduce il numero delle persone che realizzano percorsi formativi sino al livello universitario e che concludano i loro studi. In pericolosa ascesa sono le specializzazioni “precoci”, (ad esempio gli MBA subito dopo la laurea o peggio in sua sostituzione). Inoltre il Censis ha titolato la sintesi del suo 54° Rapporto (2020) “L’anno della paura nera”. In quest’anno gli italiani hanno convenuto su un “Meglio sudditi che morti”; è prevalso il rispetto dei lockdown e delle regole; non penso che si abbasserà la guardia sino a quando il virus non verrà quasi completamente debellato; non è un problema solo di no-vax, ma di andamento delle epidemia nei vari paesi del mondo; sino ad allora l’andamento dei consumi sarà fortemente differenziato nei diversi Paesi, proprio anche in relazione all’andamento della pandemia. In proposito siamo partiti in modo incerto e poi abbiamo capito che in quest’emergenza la soluzione organizzativa più appropriata era un uomo unico al comando. Così, in questi ultimi mesi ci siamo trovati tra i Paesi che stanno gestendo meglio la pandemia.

Technological:tanta pubblicità per niente: la fibra arriva, ma il segnale no! La digitalizzazione di un Paese e la possibilità di dar seguito operativo alle “tecnologie abilitanti” hanno come presupposto che devono funzionare le tecnologie di base. Certo che finché cediamo a imprese di altri Paesi Magneti Marelli, quando le competenze nell’elettrico non riguarderanno solo l’auto, quando l’unica cosa che si è stati capaci di fare in questi anni negli ambiti dove abbiamo vero Knowledge è cambiare nome a Finmeccanica per chiamarla Leonardo, quando sulla produzione di energia da fonti rinnovabili si sposano le strategie poco rischiose ma altrettanto inefficaci del fare “di tutto, di più…”, quando per fare il Mose ci son voluti quasi venti anni. Insomma sulle tecnologie possiamo dire che le abbiamo, ma non le valorizziamo “scaricandole a terra”.

Environmental:il coraggio delle scelte; ci sono dei miliardi a disposizione per tentare di fare un Piano Nazionale per la Transizione Ambientale; le competenze green in Italia ci sono anche perché il “Bel Paese” anche senza metterci impegno è ai primi posti di alcune graduatorie come quelle dell’esportazion3 di prodotti green o di presenza di soluzioni green nell’edilizia soprattutto residenziale. Certo realizzare un’Economia circolare, dove gli sprechi siano ridotti al minimo se non eliminati, richiede ancora tanta progettazione e tanti investimenti; ma anche la Finanza ESG sembrerebbe voler investire in questa direzione.

Legal:la riforma della giustizia, se si farà, sarà il primo segnale che si sta cercando di smantellare la burocrazia nata da norme che per evitare di essere facilmente raggirate dai furbetti sono diventate a dir poco non ingessanti ma cementanti. D’altra parte nel cemento in Italia son finite molte cose. Le normative civilistiche e fiscali vanno semplificate, ma inasprite le pene per chi non rispetta la legge, come succede in altri ordinamenti giuridici.

Lo scenario prospettico ha dunque molte tinte positive, cosa che negli ultimi decenni per l’Italia non si era mai manifestata. Se poi si riuscissero ad eliminare alcuni pesi che ci costringono a volare basso, ancora meglio. Tuttavia sono d’accordo con chi sostiene che il nostro Paese è in equilibrio sul ciglio di un burrone. Se perdiamo l’equilibrio potremmo fare una caduta dalle conseguenze rovinose e dovremmo passare dallo studiare le teorie della ripresa alla teoria delle catastrofi.

Suggerimenti Bibliografici per approfondimenti:

PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Next generation Italia

SAPELLI G. – FESTA L., Draghi o il caos. Guerini e Associati, Milano 2021

DEAGLIO M., Vari Rapporti annuali sull’economia globale e sull’Italia e in particolare Un mondo sempre più fragile. XXV° Rapporto sull’economia globale e sull’Italia. Guerini e Associati, Milano, 2021

CENSIS, 55° Rapporto sulla situazione sociale del Paese

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