A rimanere con il “cerino” in mano dovrebbero essere solo gli azionisti, ma quando il crack è profondo il contagio finanziario negativo tocca tutti quelli che hanno avuto rapporti con la banca che è saltata e più in generale può intaccare tutto il sistema: si toglie liquidità ai mercati. Ne segue una crisi finanziaria le cui dimensioni sono legate alle dimensioni del default e allo stato alla data del sistema su cui va ad impattare. Il lockdown in parte ci ha salvati per la liquidità che i privati hanno lasciato nei conti correnti delle banche. Qualcuno ha rischiato cercando di investire i suoi risparmi, qualcun altro ha lasciato perdere. Resta il fatto che in Italia la fiducia dei consumatori in aprile 2023 è salita (da 100 a 105) secondo l’Istat a dimostrazione di una voglia di superare tutte le difficoltà e di saper cogliere i segnali da un futuro che si potrebbe lasciare alle spalle il peggio. Un po’ come succede dopo una tempesta in mare: quando la si supera indenni ci si sente “felici e fiduciosi”.

Certo ad attenuare gli entusiasmi è partita l’inflazione. Chi l’avrebbe mai detto. Ma il gas e l’energia hanno tirato la volata. Così qualche risparmiatore ha capito e potendolo fare, ha agito iniziando ad investire nei soliti beni rifugio, in primis la casa. Ma come sarà il futuro con il sistema finanziario (quello che mette a disposizione i mutui) così fragile anche se vuole apparire “solido”? Forse è come a monopoli: quando salta il banco perdono tutti i giocatori, anche quelli che possiedono le vie di maggior prestigio.

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