Ci sono momenti in cui la storia ritorna con i suoi personaggi e le loro idee. La presentazione del libro Il libro dell’arte di mercatura, l’8 febbraio 2023 all’università Cattolica è uno di questi momenti.

Si scoprono con soddisfazione diversi aspetti. Si scopre che l’autore Benedetto Cotrugli, poco conosciuto ai più, ma geniale nelle sue intuizioni, nato a Ragusa (Dalmazia 1416) l’attuale Dubrovnik 1416) e vissuto fra Venezia, Firenze, Napoli e L’Aquila dove morì nel 1469, ha lasciato una pietra miliare: un “ideale” manuale di management, che nasce dal combinato di esperienze commerciali da lui direttamente vissute con una cultura generale, frutto dei suoi studi e del suo vissuto come docente presso l’Università di Bologna. Si può constatare che quelli in cui è vissuto sono gli anni del Rinascimento Italiano, anni nei quali in Italia si succedevano i contributi di Fra Luca Pacioli, Leonardo da Vinci, Pico della Mirandola. Alcuni contributi più per l’economia altri per scienze più nobili e tecniche, ma sempre in grado di influenzare il futuro. Qualcosa di magico si era verificato in Italia in quegli anni. Speriamo ritorni.

Si scopre che il trattato di Cotrugli ha alcune caratteristiche da evidenziare. È da leggere poiché ricco di suggerimenti e di suggestioni per chi si avvicini ai temi del management e delle varie e differenti sfide della gestione. Così, si può scoprire che qualcuno scrisse prima di Henry Fayol (1915), alcune interessanti pagine ma, come spesso succede per ignoranza o per superficialità, non si considerano questi antesignani. In realtà il “mercante“ di questo trattato svolge le attività di un imprenditore o di un general manager. Il libro, si legge nel titolo, venne “composto” da Benedetto Cotrugli per il nobile Francesco di Stefano e aveva come obiettivo quello di fornire, sulla base delle esperienze dell’autore, una serie di suggerimenti che spaziavano dai valori che dovevano caratterizzare l’attività di un mercante agli aspetti religiosi e poi anche a quelli più operativi. Di questi ultimi sono un esempio le diverse possibili forme di vendita: baratto, in contante e a termine (pp.111-120), seguite poi da un paragrafo dedicato al modo di riscuotere (pag. 131). D’altra parte, come ci suggerisce l’autore: “marcatura è un’arte, ovvero una disciplina praticata tra le persone legittimate a praticarla, ordinata secondo giustizia e relativa alle cose commerciali, per la conservazione del genere umano, ma pure con speranza di guadagno” (pag. 93).

Ma da questi temi, che sono elemento portante del primo libro che titola: “Comincia il trattato sull’origine e il principio della marcatura”, lo studioso si sposta ad altri temi. Anche questi ultimi organizzati, nel gergo dell’autore, in libri, mentre in realtà sono capitoli. Si spazia su una pluralità di argomenti con un preciso fil rouge su aspetti valoriali e di comportamento: il libro secondo dedicato alla religione che è opportuno ispiri il mercante; al ruolo e ai principi che dovrebbero guidare nella realtà civile il mercante e da ultimo, solo da ultimo, sulle virtù economiche del mercante. Così, si può scoprire che l’importanza del learning nel business, di cui oggi tanto si discute, può far proprio questo preciso suggerimento di Cotrugli: “Il mercadante… per prima cosa deve imparare lui e poi insegnare agli altri poiché colui il quale conosce sé stesso, conosce tutto”. E può ottenere questo risultato leggendo molte cose, e perciò ti ricordo: ogni volta che avanza tempo, leggi” (pag. 239). Ma non basta.

Dal Terzo libro (“Sulla vita civile del mercante”) si traggono altre indicazioni su quelle che oggi definiremmo le skills di un manager. La prima tra queste è la capacità di “comprendere e relazionarsi con ogni generazione di uomini”. Sono importanti in proposito quelle che vengono indicate come scienze e arti liberali (come la grammatica, la logica, la retorica), ma “…al mercante è sì necessario avere altre conoscenze pratiche dei maneggi del mondo, che si imparano più con l’esperienza che per altra via” (pag. 245). La seconda skill indicata è la capacità di concettualizzare per sviluppare la quale “non fa male conoscere la filosofia, per conoscere le cose naturali e la nostra natura” (pag. 247). La terza è la capacità di lettura dello scenario ambientale e della sua probabile evoluzione. Si legge “l’astrologia sarebbe in un certo modo una scienza ottima per il mercante, per conoscere le annate buone per il grano, l’olio e le altre vettovaglie, per prevedere le malattie, le guerre e cose simili e perciò si dice quell’antico proverbio: “Fammi indovino e ti farò ricco” (pag. 247). Infine, nel quarto ed ultimo libro, il paragrafo finale è ricco di suggerimenti sul passaggio generazionale e sulla “fine del mercante”, raggiunta l’età in cui è meglio “passare il testimone”. La datazione da lui indicata come quella in cui ritirarsi è legata alla vita media di quegli anni (i 50 anni erano un bel traguardo), ma le sue parole restano condivisibili: “Di norma la marcatura richiede intelletti perspicaci, sangue vivo e animo coraggioso, cosa che gli uomini oltre i cinquant’anni normalmente raffredda e muore, e questo ce lo dimostra l’esperienza quotidiana: non appena l’uomo arriva quell’età, il calore naturale si raffredda, il sangue si acquieta e si diventa deboli d’ingegno meno pronti di memoria e si commettono in questa arte mille errori” (pag. 325).

Il merito di questa preziosa riscoperta è di Ugo Tucci, docente a Ca Foscari, Venezia che nel 1990 recuperò questo lavoro e ne impostò anche la successiva edizione in inglese. Questa, come viene ricordato nella prefazione del volume, ha avuto un riscontro internazionale notevole e la stessa Harvard University le ha dedicato spazio, grazie anche ai contributi di Niall Ferguson importante storico inglese e mondiale. Ma i meriti di Cotrugli sono numerosi come evidenziano gli autori dei saggi che arricchiscono questa nuova edizione. In particolare, il saggio di Marco Vitale e quello di Fabio Sattin. Certo, l’opera complessiva di questo illuminato studioso fu qualcosa in più rispetto a questo lavoro dedicato alla marcatura. Inoltre, la sua visione ampia della “marcatura” si pensa sia il motivo per cui a Zagabria in Croazia è stata aperta una realtà che porta il suo nome: Cotrugli Business School.

Resta il fatto che la capacità dimostrata, già allora (metà del 1400), nel fornire idee per le attività di management consente di sottolineare quanto sia vero il titolo di un contributo di Marco Vitale che suonava così: “Lezioni di impresa, da tempi e luoghi diversi. Il Management è una disciplina antica” (Milano Inaz 2008), a cui si rinvia il lettore storicamente curioso.

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