In questa estate un po’ pazza e tutta italiana, ho girovagato per musei imbattendomi in piccole, ma formidabili realtà. Così mi è apparso il Museo leonardiano a Vinci. Tuttavia alle beautiful mind out of management quattrocentesche ne sono seguite tantissime altre. Quelle che hanno permesso al mondo di progredire e talvolta anche di regredire. Per ricordarne il contributo, è fondamentale sottolineare quanto il metodo nella formulazione di teorie sia importante. Così, appare interessante proporre il link a quest’articolo dedicato da Wired a Stephen Hawking, il geniale astro-fisico inglese, le cui teorie sono in parte ancor oggi da validare.

Prima di rimpiangere i passati “genius” cerchiamo di imparare da loro e proiettiamoci nel futuro con la speranza di poterli in qualche modo imitare, cercando di imparare quello che si può imparare: generazione delle idee e metodo, sia in fase di analisi che di proposizione. Questo è anche quanto ci suggerisce Robert Dilts, uno dei principali studiosi di Programmazione Neuro Linguistica (PNL), conosciuto in Italia per alcuni suoi lavori pubblicati da A. Guerini come: “Leadership e visione creativa” (2016) e il precedente “Skills for the Future” (2005).

Ebbene le relazioni tra “genialità” e capacità di formulare teorie innovative, nei loro tratti caratterizzanti, è più volte ricordata nei suoi lavori. Anche in questo caso ricordo e consiglio per approndimenti una lettura della la trilogia “Strategies of genius” e dell’altrettanto accattivante nel titolo e nei contenuti “Tools for Dreamers”.

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